Giulio Grablovitz a Ischia

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uno scienziato sospeso fra terra e cielo

di Graziano Ferrari*

«27 gennaio 1886 - Prendo residenza ad Ischia, provvisoriamente alla Casina Reale».
Con queste poche parole una mattina d’inverno, meno di tre anni dopo il terremoto che distrusse Casamicciola, Giulio Grablovitz annotò nel suo diario l’inizio della sua permanenza stabile nell’isola.  Cosa andrà a fare lo studioso triestino e perché, è tutto da scoprire! La storia inizia dieci anni prima.
Fitti e affascinanti sono gli eventi che  legano il nostro misterioso scienziato alla terra, al  mare e al cielo di questa meravigliosa isola. Ma andiamo con ordine.

Fin dall’inizio, il mare e Grablovitz sono uniti da un forte legame. Nel novembre del 1876 egli, infatti, pubblicò la sua Nuova teoria sismica delle maree, cominciando così ad avventurarsi contemporaneamente nel mondo dell’astronomia e in quello della geodinamica.  La breve esposizione attirò l’attenzione di tutti gli esperti del tempo e soprattutto del direttore dell’Ufficio Centrale di Meteorologia, il primo servizio meteorologico istituzionale dello Stato Italiano, che da lì a pochi anni dovrà farsi carico anche del servizio geodinamico.
Negli otto anni successivi il nostro studioso ebbe occasione di farsi apprezzare anche per le sue competenze in campo meteorologico, sismologico e astronomico. Aveva proprio il curriculum che serviva per diventare il direttore di un osservatorio meteorologico e geodinamico, di moderna concezione, da impiantare nell’isola d’Ischia all’indomani dei due disastrosi terremoti del 4 marzo 1881 e del 28 luglio 1883.
Incaricato ufficialmente di progettare e dirigere il futuro Osservatorio Geodinamico della Grande Sentinella di Casamicciola, per non perdere tempo nella tediosa attesa della sua realizzazione, Grablovitz - non senza mille peripezie, riuscì ad allestire un primo osservatorio provvisorio  presso la Casina Reale dello Stabilimento Balneo Termale Militare al Porto di Ischia, dotandolo anche di un mareografo di sua ideazione. Questa collocazione non fu così provvisoria, tanto che, Grablovitz riuscì a mantenere per lungo tempo entrambi gli osservatori. Dal suo arrivo al primo decennio del Novecento il nostro studioso diede vita a una intensissima attività di progettazione di nuovi strumenti e di osservazioni nel vasto mondo delle scienze della terra: meteorologiche, idrotermali, sismologiche, mareografiche, astronomiche. Fu un’attività che non passò inosservata a livello internazionale, nonostante la collocazione isolana, molto periferica rispetto ai maggiori centri di ricerca italiani ed europei. D’altro canto Grablovitz era frequentemente in viaggio in Italia e all’estero per partecipare a congressi di materia geodinamica, meteorologica, astronomica e medica. Il 14 aprile 1895 gli strumenti dell’Osservatorio di Ischia Porto registrarono il terremoto di Lubiana, nel 1896 un terremoto con epicentro in Giappone e il 12 giugno 1897 il terremoto di Shilong in India a oltre 7.100 km di distanza. Sul relativo sismogramma Grablovitz identificò per la prima volta al mondo tre distinti tipi di onde di un  sismogramma. Oggi le chiamiamo onde P, S e onde di superficie.
Nei primi mesi del 1889 fu inviato insieme a Giuseppe Mercalli nelle isole Eolie per studiare il periodo eruttivo di Vulcano iniziato il 3 Agosto 1888 e per progettarvi una rete geodinamica.
Questo eclettico scienziato e i suoi osservatori, rappresentano un importante tassello della prestigiosa tradizione scientifica italiana in questi settori così strategici per la nostra sicurezza.
A dispetto della nostra grande tradizione di studi, gli eventi naturali estremi, come terremoti, eruzioni vulcaniche, eccessi climatici hanno un impatto sempre più drammatico sulla vita delle persone, sulle economie dei territori e sul nostro straordinario patrimonio culturale. Consumano vite umane, risorse economiche, beni culturali e coesione sociale.
L’Italia ha significativi livelli di pericolosità da eventi potenzialmente calamitosi, ma la dimensione e la gravità delle perdite dipende dalla vulnerabilità del nostro territorio abitato rispetto a questi eventi, quali per esempio: edilizia non sismo-resistente, edificazioni incontrollate alle pendici di vulcani, cementificazione degli alvei fluviali ecc.
Molte perdite sono dovute alla carenza di conoscenza dei rischi e della prevenzione, carenza purtroppo diffusa a tutti i livelli: dalla governance istituzionale ad ampi settori della popolazione.
È improcrastinabile una risposta efficace ai futuri grandi eventi calamitosi, sia in termini di prevenzione che di educazione a una nuova cultura dei rischi e quindi della sicurezza.
«Terremoti, Vulcani e Nuvole: dalla vulnerabilità dimenticata alla cultura della sicurezza» è una iniziativa di INGV e CREA che intende contribuire a colmare questa carenza di conoscenza e che si sviluppa su tre fronti: una mostra, un’attività di divulgazione, un convegno sui rischi da eventi naturali estremi.
Non solo, dunque, memoria degli eventi naturali calamitosi che storicamente hanno interessato l’isola attraverso la storia della prestigiosa tradizione degli osservatori geodinamici e meteorologici di Casamicciola e Ischia Porto, progettati e diretti da Giulio Grablovitz (1846-1928), ma anche “cultura della sicurezza” attraverso lo studio e il dibattito sulle più attuali misure di prevenzione e protezione dai rischi di eventi estremi.
Vogliamo che la nostra iniziativa dialoghi con il mondo della scuola, dove si formano i futuri cittadini e anche in questo ci da uno spunto Grablovitz, che così scrisse nel 1882:  «Mi sovviene che il 18 Luglio 1860 [in occasione di un’eclisse il professore Zhisman, n.d.r.] accordò vacanza. Una vacanza in tale occasione torna agli studenti di utilità maggiore [...] e ne ho in me la prova giacché da quella volta presi amore all’astronomia e di necessità fui mosso ad istruirmi nella matematica».

*Dal 2007 dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e responsabile dell’Ufficio sui beni culturali scientifici di INGV.
Da oltre quarant’anni si occupa del recupero, dell’analisi ed elaborazione dei dati storici di eventi naturali estremi (terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, alluvioni ecc.). Ha partecipato a numerosi gruppi e progetti di ricerca, anche con ruolo di coordinamento. È autore o co-autore di circa 150 pubblicazioni, fra cui il Catalogo dei forti terremoti in Italia, e promotore di numerose manifestazioni divulgative sui rischi da eventi naturali estremi e sulla loro mitigazione.

Mostra "Immagini di memoria"

Villa Arbusto, Lacco Ameno Isola d’Ischia
Dal 18 luglio al 30 settembre 2018
A Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia, nella splendida Villa Arbusto sede anche del Museo Archeologico di Pithaecusae, dal 18 luglio al 30 settembre è visitabile la mostra “Immagini di memoria.
La Campania nel paesaggio di Giulio Parisio 1920/1950”. Quarantasette scatti che raccontano la Campania, attraverso sette nuclei fotografici: Napoli, Campi Flegrei, Ischia, Capri, Costiera amalfitana, Salerno e Cilento. Giulio Parisio, che nella sua carriera si è cimentato dalla fotografia di paesaggio alla sperimentazione futurista, da quella industriale alla ricerca sul lavoro contadino, dal ritratto alla foto pubblicitaria, nasce a Napoli nel 1891 e inizia la sua attività fotografica come ricognitore nell’aeronautica militare. Negli anni venti apre il suo studio sotto i portici della chiesa di San Francesco di Paola, sede attuale dell’associazione Archivio Fotografico Parisio, che ha curato la mostra di Lacco Ameno. La mostra fa parte del programma di eventi e iniziative a cura della Scabec Regione Campania dal titolo “Campania by night”, oltre 100 appuntamenti che coinvolgono tra gli altri i siti di Ercolano, Pompei, Paestum, Vesuvio, Velia, Minori, Oplontis, Bnevento, Fratte e Pontecagnano. Le immagini sono una selezione tra quelle che Parisio presentò negli anni Trenta ad un concorso. Nel 1930 si tenne, infatti, a Napoli l’undicesimo Congresso Geografico Italiano e in quella occasione fu organizzato un concorso fotografico sul paesaggio dell’Italia Meridionale. Giulio Parisio vi partecipò con 325 immagini, scatti intensi e veri e propri capolavori di vedutismo, vincendo il primo premio, che gli valse una medaglia d’oro del Touring Club Italiano, una targa della Società Geografica Italiana, un premio in denaro di mille lire e una coppa del Consiglio Provinciale dell’Economia di Napoli.
La mostra è gratuita, da martedì a domenica con orari del museo (9 – 19)
Ogni sabato serate speciali dalle 20 alle 24 – con degustazione di vini e visita guidata con personaggi del mondo del giornalismo, dell’arte e della letteratura – con biglietto di 5 €.
 
foto vulcani 1
 
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  • Sito web www.ischia.it
  • skypeCall center
  • whatsappg+39.3296885973

Info su Ischia

  • Superficie: 46 Kmq
  • Altezza: 789 mt
  • Lat.: 40° 44',82 N
  • Long.: 13° 56',58 E
  • Periplo: 18 miglia
  • Coste: 51.2 Km
  • Comuni: 6
  • Abitanti: 58.029

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