La Vigna dell'Encadde

Uva-campoteseIl suo nome è Antonio D’Abundo, ma tutti lo conoscono come Floruccio. Discendente di una famiglia di Panza censita già nel 1500, dopo aver viaggiato su navi mercantili per molti anni, è tornato stabilmente nel suo paese natìo, ha messo su famiglia, ha aperto una cartoleria e si è dedicato a realizzare un sogno. Con pazienza certosina ha infatti ricercato e salvato da sicura “dimenticanza” almeno 50 tra vitigni autoctoni o di antica tradizione ischitana. Vitigni di quell’isola che un tempo si chiamava Aenaria, cioè Terra del vino.

Floruccio, quale ultimo cultore di una storia millenaria, è andato a cercare i vitigni ischitani e li ha amorevolmente ripiantati in questa vigna incantevole; non solo ha salvato una parte della cultura agricola isolana ma anche ha effettuato un’attenta analisi lessicale dei nomi dei vitigni e dei vini locali e si è addentrato con sagacia nel mezzo delle tradizioni popolari, raccogliendo aneddoti, storie, leggende.
Lo incontriamo in un caldo pomeriggio di giugno ed è lui a raccontarci i segreti e le sfaccettature della “sua” Vigna dell’Encadde.
“La storia di questa vigna nasce circa 20 anni fa; nel momento in cui ho coltivato direttamente i vigneti dei miei genitori sono venuto a conoscenza dell’esistenza di diverse varietà di vitigni  sull’isola d’Ischia e dal momento in cui le viti mi sembravano tutte uguali è sorta la curiosità di conoscere tutti questi vitigni menzionati nell’800 da due importanti agronomi, Giuseppe Frojo e Nesbitt incariati dall’allora regio ministro di censire i vitigni dell’isola d’Ischia a causa della filossera, una malattia delle viti. Mi sono incuriosito dunque e ho cercato questi diversi tipi di viti: ho ripreso i nominativi di Frojo e Nesbitt e ne ho trovati di nuovi grazie a dei contadini che ho intervistato a questo proposito. Pian piano ho cercato di coltivarli tutti e li ho innestati nella mia vigna, che raccoglie oggi tutti i vitigni dell’isola d’Ischia: è una sorta di Isola d’Ischia in miniatura per quanto riguarda i vigneti. E’ nata così la Vigna dell’Encadde che si trova in località Bellomo (Montecorvo) a Panza.
Ogni uva ha ovviamente la sua storia e le sue caratteristiche; ecco allora che è possibile trovare il Cole cavè il cui nome significa coda nascosta, perché i grappoli d’uva vengono coperti dalle foglie ed è un vitigno particolare che raggiunge un’elevata gradazione alcolica, e da cui si ricavava un passito molto dolce chiamato “Lacrima Christi”; il Lentischio è invece tipico di Forio, è un vitigno molto produttivo, anch’esso con elevata gradazione alcolica; il don Lunarde è strettamente di Panza: la legenda dice che nacque una vite spontanea davanti alla casa di un Sacerdote che si chiamava don Lunard, alle spalle della parrocchia, e questo Parroco fece crescere questa piantina, la curò e realizzò un pergolato: l’uva prodotta era di quantità elevatissima tanto che la gente ne rimase sorpresa e molte persone si recarono da questo Parroco a prendere i tralci della sua vite e riprodurla; l’Uva Campotese a Campotese si presenta verde con raspo rosso, un’uva molto dolce, caratterizzata da una buccia particolarmente dura, che difficilmente marcisce; l’uva ginestra, tipica del monte Epomeo,  invece è un’uva che potremmo definire “selvatica” perché non si adatta facilmente alla nostra potatura e non è facilmente addomesticabile, non avendo grossa capacità di accumulo di amido che permette alla vite di ricrescere l’anno successivo. Ovviamente le viti che beneficiano più di tutte di un’ottimale esposizione al sole sulla nostra isola sono quelle situate nella zona che va da Forio a Panza, garantendo una maggiore fotosintesi clorofilliana utile alla maturazione di un’uva ricca di sostanze nutritive”.
Floruccio ha scelto per la sua Vigna un appellativo presente nella “Storia dell’Isola d’Ischia”, del D’Ascia: “In me è sorta una forza interiore proprio per conservare tutte le nostre viti di cui ci ha parlato anche il D’Ascia dicendo che ‘Ischia è talmente bella e lussureggiante con le sue terre e i suoi vigneti che sembra la Vigna dell’Encadde della terra di Gerico, descritta nella Bibbia”.
Negli ultimi tempi si è ritornati a parlare con forza di una malattia che sta cogliendo le nostre viti: la flavescenza dorata. “Noi per far fronte a questa malattia, ci racconta Floruccio, facciamo corsi gratuiti sull’innesto. Con la globalizzazione si è globalizzato anche il mondo degli insetti, importando piante dalla Cina, dai paesi esteri si importano anche insetti che nel nostro territorio non hanno insetti antagonisti e che producono seri danni. Utilizzare la chimica è qualcosa di molto pericoloso per la salute per cui noi siamo convinti che prima venga il vignaiolo e poi la vigna, è per questo che utilizziamo l’unica tecnica naturale possibile che è l’innesto, che ci permette di non far entrare né schiudere questi insetti nella nostra vigna”.
Tutte le viti della Vigna dell’Encadde sono trattate senza solfiti nè prodotti chimici ma con solo verderame, zolfo e calce.
E’ possibile visitare la Vigna dell’Encadde dietro appuntamento ogni giorno, e conoscere così attraverso la storia di ogni singola vigna la storia del nostro territorio. Vi ritroverete immersi in una meraviglia senza tempo, capace di meravigliarci e ridonarci quello stupore troppo spesso perduto.

Visita in Vigna
Percorso storico - viticolo - enologico
Dalla mitologia greca al 1960: Zeus e i Ciclopi - L’approdo di Ulisse - Approdo di Enea - Gli Eubei - La sepoltura di Magone - I Romani - I Saraceni - I Normanni - Gli Aragonesi - Il Vicereame Spagnolo - I Borboni - I Francesi - L’Unita d’Italia.
• Proiezione di immagini di vecchie cantine, attrezzi, uve e angoli suggestivi dell’isola.
• Osservazione di Fumarole, corvi imperiali, cornacchie, falchi e poiane (si consiglia di dotarsi di binocolo)
• Degustazione vini accompagnati da prodotti freschi di stagione raccolti anche in vigna dai visitatori.
DURATA: NON MENO DI DUE ORE
GRUPPO: Max 15 persone - possibilità di ospitare due gruppi incrociando gli itinerari.
LINGUA: dialogo in italiano-inglese
Il Capt. D’Abundo vi aspetta per navigare con lui nel tempo alla conoscenza di vecchi saperi, sapori e profumi dell’isola d’Ischia.


Per saperne di più contattare il Cap. Antonio D’Abundo:
Tel. 081.909500 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Guarda tutte le foto della Vigna dell'Encadde

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  • Periplo: 18 miglia
  • Coste: 51.2 Km
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