I Palmenti dell'isola d'Ischia

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Nessun impianto di vinificazione in pietra o in muratura è stato ritrovato nelle colonie greche d'occidente tanto che si è ipotizzato che in Magna Grecia e in Sicilia venissero utilizzati strumenti in legno.

Uno dei pochi esempi di aree dedicate alla produzione del vino è stato rinvenuto forse proprio ad Ischia nel villaggio di Punta Chiarito, datato agli inizi del VI secolo a.C. dove è stata portata alla luce una pietra a forma di vasca ovale. Numerose sono le tracce di pigiatoi rupestri scavati nella roccia che risalgono ad epoche differenti.

La mancanza di reperti e di scavi strati grafici rende difficoltoso l'inquadramento cronologico delle strutture utilizzate per lunghi periodi di tempo. I palmenti di Ischia sono costituiti nei casi più semplici da due vasche rettangolari, una dove si mette l’uva, comunicante tramite un foro (dolce del palmento) con un'altra vasca scavata più in basso dove scorre il mosto.

Altri palmenti di Ischia hanno invece tre vasche: due sopraelevate e simmetriche comunicanti con la terza vasca più in basso. L'elemento che spicca in queste strutture è una piccola cavità in un angolo della vasca superiore detta "cappella" dove veniva incastrato un palo in legno portante alla sua estremità una grossa pietra (pietra torcia) che serviva alla sovrappressione delle vinacce da cui si otteneva dopo fermentazione un vinello (saccapane) utilizzato come bevanda nelle ore lavorative passate in vigna. Queste strutture sono state utilizzate fino a cinquanta anni fa nonostante l'avvento del torchio a gabbia.

Tutta l'area centrale dell'isola d’Ischia dominata dal monte Epomeo è caratterizzata da palmenti scavati nel tufo ed in massi staccati dalla montagna, alcuni nel bosco della Falanga a quota settecento metri, altri sulla costa occidentale nell'area di Cartaromana quasi a livello del mare. Certamente quello più imponente è probabilmente anche uno dei più antichi, utilizzato in diverse epoche, è proprio quello del bosco della Falanga. Mancano ricerche relative alla datazione di questa struttura che risulta analoga ad altre rinvenute in Calabria ed in Sicilia.

La presenza di palmenti nel bosco della Falanga si riallaccia ad un momento in cui il vigneto occupava il posto che occupano oggi i castagni. Gli insediamenti rurali umani di Ischia, le "case di Pietra" abitazioni scavate nel tufo e nei massi caduti dall'Epomeo, i cellai, le cantine scavate nel tufo, dove il vino viene ancora oggi conservato, vengono fatte risalire al XV secolo, e costituiscono oggi un'architettura rurale dell'isola che deve essere difesa e valorizzata.

La storia dell'economia dell'isola d'Ischia dal 1965 ad oggi ha registrato i più profondi cambiamenti di indirizzo. Le risorse naturali di un paesaggio altamente qualificato, inserito in un contesto balneo-termale di notevole entità, sono state le premesse ad uno sviluppo rapido di un turismo che da attività terziaria è oggi attività economica primaria.

Si sono sacrificati all’altare del turismo i beni inestimabili di una viticoltura millenaria senza saperne individuare i valori sociali, culturali, ed anche economici che andavano protetti, conservati e promossi per il supporto anche ad un turismo di qualità. Negli ultimi dieci anni si è verificato, se pur timidamente, una inversione di tendenza, grazie allo sforzo di viticoltori e trasformatori che stanno dando nuova linfa al settore vitivinicolo.

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