Interpretare il territorio. L’arte di Lucia Monti

luciamontijpgLucia legge lo spartito dell’enologia con grande abilità. Interpreta, pondera. Il vino è come una melodia di note fatte da aromi, zuccheri e tannini. Note che solo pochi hanno il dono di saper plasmare. L’enologo è un maestro che dirige, assembla, crea. Legge il territorio e interpreta i bisogni della natura, piega il freddo e il caldo sotto il tocco della conoscenza e della sensibilità, conosce le sue vigne ad una ad una. Non esiste una ricetta per creare un vino, né un manuale che può insegnare questa criptica alchimia, ma solo grandi maestri che dirigono la propria musica…

Su un imponente masso di tufo sorge La Pietra di Tommasone, un’azienda di Lacco Ameno che da cinque generazioni onora la viticoltura ischitana. La storia enoica albeggia alla fine dell’800, quando Pietro Monti, antesignano dell’enologia, inizia a vinificare ed a vendere vino sfuso, quando ancora l’uso del vetro non era in auge.
La tradizione di famiglia s’interrompe negli anni ‘80 quando la morte di Nonno Tommaso lascia un vuoto incolmabile nel cuore e nella vigna. Antonio, il figlio di Tommasone va in Germania per inseguire il suo grande amore, l’altro grande amore: la ristorazione. Antonio parte con un rimpianto. L’abbandono della vigna del padre. Ma nel 2009 succede qualcosa. La figlia più grande di Antonio, decisa a perseguire il sogno di nonno Tommaso, si trasferisce ad Ischia. Così, nel 2009 i vigneti di famiglia iniziano a rifiorire e i tini a ribollire sotto il tocco audace di Lucia.
Cresciuta in Germania tra pentole e fornelli -Lucia Monti- si appassiona sin da subito alla ristorazione, ma  sente di amare sconfinatamente il vino, un amore così spassionato da influenzare i suoi studi e la propria vita. La giovane Monti studia agraria, nella regione viticola di Nahe a 200 kilometri da Colonia, il luogo in cui è nata. Lucia si districa tra pratica e teoria per due anni. Completa il suo percorso formativo e dopo un anno di specializzazione in enologia decide di partire. Approda in Italia, Ischia.
Lucia ha svolto i suoi studi nella fredda Germania, in un clima molto diverso da quello isolano. Così, la giovane enologa è costretta a rimodulare tutto ciò per cui ha studiato, deve adattare la sua enologia ad un territorio nuovo, un luogo in cui le leggi della natura imperano diversamente.
Ad Ischia i vigneti sono impervi, ma Lucia non si spaventa, è una veterana della viticoltura eroica. Le regioni viticole tedesche hanno pendenze fortissime, condizioni estreme aggravate dall’assenza di terrazzamenti. Ciò che cambia è il clima. Lucia abituata a vendemmiare con muffole e cappellino di lana e a produrre Ice Wine tedesco (vino ghiacciato) alla temperatura di -10°, si trova adesso a fronteggiare il caldo e la siccità. Un caldo che in vendemmia raggiunge i 30°.
Avvezza a maneggiare Riesling e Pinot in terreni ricchi d’acqua che donano alle uve fortissime acidità, Lucia adesso deve fare i conti con Biancolella e Forastera in terreni siccitosi e avidi di acqua. Scardinare, quindi,  le proprie abitudini, nella vita così come in cantina, non è stato facile, ma Lucia grazie alla sua tenacia e con la complicità del tempo ha imparato a conoscere e ad amare i vitigni dell’isola, vitigni capaci di esprimere, come pochi altri, eleganza e mineralità. Oggi, i vini de La Pietra di Tommasone evocano, sorso dopo sorso, il territorio e sono intrisi di sottile raffinatezza, quella raffinatezza che il tocco femminile non può esimersi dal donare.
I vini di casa Monti sono tanti ma la  produzione è soprattutto concentrata su Biancolella e Forastera. Ma è con la Biancolella che Lucia si diverte a sfoggiare tutto il suo savoire faire enologico, offrendo interpretazioni diverse, sempre originali. Nell’olimpo dei bianchi sfavilla il cru Tenuta dei Preti, una vigna di 1,3 ettari che regala una raffinata Biancolella in purezza. La vendemmia, leggermente tardiva, mette in risalto gli aromi di uva surmatura, mentre la fermentazione in rovere da 500lt e il consecutivo affinamento dona al vino caratteri più evoluti di burro e cera. Un vino da bere nelle grandi occasioni.
L’incredibile ecletticità del vitigno conferma la sua natura versatile ne l’Ischia Biancolella Doc, un vino delicato dagli accattivanti profumi floreali di ginestra e biancospino Delicato ed elegante intriga con la caratteristica nota di mandorla e dall’incommensurabile freschezza. Un vino che vede il suo connubio ideale con il Coniglio all’Ischitana.
Conoscere un vitigno e sperimentarne le varie declinazioni è un arte che Lucia conosce bene e proprio in nome della sua curiosità che si è lanciata in un nuovo progetto. A breve sarà possibile celebrare il primo Metodo Classico prodotto sull’isola d’Ischia. Anzi due. Uno spumante rosato, da uva Aglianico in purezza, e
l’Ischia Bianco Doc ‘Spumante’ un blend di Forastera e Biancolella. Due vini méthode champenoise molto complessi, risultato di due anni di affinamento sur lies.
Tenuta Monte Zunta è l’ultima creatura di La Pietra di Tommasone. Un vino incredibilmente elegante, materico che racconta la storia di vero è proprio clos. Clos in francese vuol dire chiuso, delimitato e si riferisce a vigneti isolati che differiscono da tutti gli altri per caratteristiche uniche e irriproducibili altrove.
Questo vigneto sorge nel punto più meridionale dell’isola, a una quota di 450 metri, sovrastando rigogliosamente il borgo di Sant’Angelo a 450 metri di altezza. In questi 3500 metri quadrati di paradiso nasce il vino Tenuta Monte Zunta. Il terreno è molto Leggero, sabbioso e consente un ottimo drenaggio. Nell’alchimia del vino ciò si traduce con profumi raffinati e una straordinaria ricchezza di polpa al palato. Grazie all’esposizione favorevole -completamente a sud- le uve di Cabernet e Piedirosso maturano bene, senza rischi di malattie grazie al sole che irradia le viti dall’alba al tramonto e alla brezza marina che asciuga costantemente le uve. L’elevazione in barriques di rovere francese rende i tannini morbidi rilasciando al naso note di cioccolato, pepe e ribes. Un vino salino dotato di grande mineralità ed elevata acidità, ricco di alcol ed incredibilmente persistente rendono Tenuta Monte Zunta un grande vino.
Così Lucia con la sua enologia fatta di lungimiranza e sperimentazione c’insegna la differenza tra un vino ben fatto e un grande vino. Il primo è muto, il secondo ha qualcosa da raccontare. Parla del proprio territorio, racconta dei vitigni di origine, ma soprattutto lascia impresso nella mente l’impronta di chi lo ha immaginato e poi forgiato. I vini de La Pietra di Tommasone sono grandi perché in un sorso riescono ad esprimere tutto questo.

 

Di Roberta Raja

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