Vicolo di San Gaetano

forio-anni-60Si parte da un naufragio. Seducente e terribile. Una deriva di uomini e legni che si scorgono sul pavimento. Celebrano le struggenti immagini dipinte sulla superficie del cratere custodito nelle teche di Villa Arbusto. Un evocativo disastro navale diventato simbolo delle cantine di Pietratorcia, una delle etichette vinicole più famose dell’isola d’Ischia che trova nel vicoletto di San Gaetano, nel cuore pulsante di Forio, la postazione ideale. Un piccolo tempio per palati raffinati.

Si prosegue attraverso un incantevole percorso, incorniciato da un’architettura densa di dettagli: attinge a piene mani dalle antiche costruzioni rupestri, intessute da accenni moreschi, amalgamate dal sostrato mediterraneo, un sunto che restituisce un quadro fascinoso. Lo scorcio regala alla vista un accenno della silhouette della cupola di San Gaetano. Sul fondo del viottolo i flutti marini. A due passi le tante occasioni di svago convenzionale non sembrano intaccare la singolarità del luogo.
Si respira un’aria vivace. Le idee aleggiano concrete, pensieri e concetti sembrano convogliare tutte in questa località. Un inestimabile patrimonio foriano e isolano. Il turista che attraversa l’antica strada che unisce piazza san Gaetano alla marina, striscia preziosa del comune turrita, ha la possibilità di vivere la rara e unica sensazione di entrare in un luogo dell’anima, contraddistinto da originali eccellenze.
Sotto i passi di turisti e residenti, i marinai stilizzati, dall’inconfondibile stile ellenico, cercano scampo nuotando fra i pesci, mentre la testa di uno di loro è già finita nelle fauci fameliche di una creatura marina. Le immagini del cratere pithaecusano, ricalcate dal meticoloso lavoro del ceramista Franco Calise, catapultano questa piccola porzione di Forio nella storia mitologica dell’antica colonia greca ischitana e invitano a visitare il meraviglioso santuario di ceramiche, l’atelier di lavori di sopraffina tecnica artigiana che la sapienti mani di Calise regalano alla vista.
Attraversare l’affascinante vicoletto rappresenta un’esperienza sensoriale unica. La fragranza del pane appena sfornato dal panificio di Nonno Franchino si sposa con gli eccellenti aromi del ristorante “da Pappone” creando una miscela di essenze che stimolano le fantasie enogastronomiche.
Le eleganti opere di artigianato di Potlac, un raro scrigno di originali idee regalo, accompagnano verso l’Equobar della Galleria EloArt, un luogo che offre una gustosa esperienza multietnica e un immersione nell’arte, declinata dalla filosofia equa e solidale. Per chi vuole andare oltre e associare al rinvigorimento dell’animo garantito dal luogo ulteriori esperienze, c’è anche spazio per la cura del corpo grazie al centro di benessere Imasel.
Potlac, Pietratorcia, Imasel, Libereria. Il lessico del vicolo di Forio è cadenzato da belle parole che sprigionano musicalità all’udito.
“Nullus locus sine Genio”, declamava Servio, autore latino, diversi secoli fa. Nessun luogo è privo del genius loci, lo spirito del luogo che plasma il territorio con peculiarità difficilmente sradicabili. Le caratteristiche della natura incorporea che pervade questo lembo di Forio intesse una relazione intima e profonda con arte e cultura. Un rapporto strettissimo che travalica le età, rimanendo immune all’azione del tempo. Un vicolo in cui i pensieri e le idee sono in continuo movimento, che si assemblano in alchimie inedite e briose.
A salvarci dal naufragio meraviglioso e terrorizzante dipinto sulla pavimentazione ci pensa la viva voce che si leva dai volumi custoditi nella libreria di Barbara Pierini, una perla culturale incastonata nel paese delle due torri. Il sicuro baluardo per piccole case editrici poco conosciute ma di grande qualità, raccoglie il lascito della “Antica libreria di Vito Mattera” che nonostante abbia chiuso diversi anni fa ha lasciato un’eredità talmente forte, impressa nel corredo genetico del vicoletto, da non poter rimanere sepolta per lungo tempo. I libri e il racconto sono indissolubilmente legati alla storia di questo incantevole luogo, con tutte le benefiche conseguenze che ciò comporta. Sin dalla metà degli anni ’60 questa passeggiata è stata protagonista di un vivace laboratorio culturale.
Una vecchia grotta tufacea, utilizzata come rimessa per i pescatori, si trasformò in un rifugio culturale, un patrimonio di conoscenze. Un punto di incontro per appassionati e occasione di simposio per animi sensibili alle bellezze delle arti. Un piccolo faro per ospiti eccellenti appartenenti al pantheon intellettuale dell’epoca: Alberto Moravia, Natalino Sapegno, Aldo Pagliacci, Renato Guttuso sono solo alcuni degli artisti che hanno impreziosito la libreria Mattera con la propria pregiata presenza.
Nel 2012, dopo diversi anni di stasi, gli antichi depositi di pescatori e i piccoli anfratti che caratterizzano questo luogo hanno ripreso brio e vigore culturale tant’è che a distanza di anni i semi gettati decenni fa sono cresciuti e i frutti scaturiti si sono sfaccettati in un caleidoscopio diffuso, che ha irradiato e positivamente influenzato tutte le attività commerciali che ruotano attorno al prezioso vicoletto di San Gaetano. Una stradina che offre ai turisti e residenti un’esperienza irripetibile da incastonare nello scrigno dei ricordi.

 

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