Tenuta San Giovan Giuseppe S. Alessandro isola d'Ischia

Tenuta-San-Giovan-Giuseppe-Ischia-topQuesto week end lasciate che l'aperitivo attenda, al tramonto tirate fuori i cesti di vimini (magari proprio quelli che si intrecciano a Ischia n.d.r.), indossate cappellino e scarpe comode e raggiungete la Tenuta San Giovan Giuseppe a Sant'Alessandro per la raccolta di ortaggi a km 0. Parcheggiate l'auto percorrendo questo borgo non carrabile a piedi, quindi seguite la gradinata che conduce alla spiaggia degli Inglesi.

Lì, a pochi metri sul mare troverete l'orto ed Ettore Guarracino al lavoro aiutato dalla sua compagna di vita e di raccolte Regina Buono.

Fino al 1967 questo terreno, di proprietà della Confraternita di San Giovan Giuseppe, era tenuto da coloni che commutavano l'affitto offrendo botti di vino, allora unica fonte di sostentamento. E' rimasto incolto per quasi quarant'anni fino al 2010 quando Ettore, vivaista di professione e amante del mangiar sano, è riuscito a compiere quest'impresa titanica rimuovendo nelle operazioni di bonifica con rovi e sterpaglie trenta tonnellate di rifiuti.
Di terre coltivate sull'isola verde di certo non mancano, ma poche sono così vicine al mare e preservate dallo scempio della speculazione edilizia. Anche gli abitanti e i villeggianti del borgo, che hanno tenuto sotto stretta osservazione la trasformazione della tenuta, grazie al passaparola incoraggiano e sostengono la raccolta comprendendo il valore che oggi più di ieri ha questo orto.
Non occorre essere salutisti o amanti del pollice verde per desiderare una visita in questo scorcio. Il contatto con la terra, il silenzio interrotto dal rumore del mare e del vento, il profumo dell'erba, la possibilità di sgranocchiare un cetriolo o un pomodoro se arrivano i morsi della fame cominciando a risvegliare papille assopite e soprattutto l'incontro con nuovi amici, costituiscono tutti insieme un ottimo motivo. Con gli assidui frequentatori come Gabriella, la figlia di Ettore e Regina che va ancora all'asilo e agli studenti coinvolti lo scorso anno in un progetto PON, ai soci e amici e agli abitanti , qui è arrivata persino la signora Ida con i suoi splendidi 90 anni.
Non è ancora possibile chiamare l'orto "biologico", sia chiaro, ma tempi e metodologie seguono un'agricoltura naturale, ecco perché sono banditi concimi chimici. Ci si limita ad arare, seminare e raccogliere, senza usare diserbanti, anche se questo comporta una maggiore attenzione, utilizzando il trattore come unica "tecnologia".
Delle "macchie di terra" di un tempo, che prima prendevano il nome a seconda delle piante coltivate, oggi è tutto work in progress, visto che molti alberi sono stati ripiantati e alcuni appezzamenti riposano per essere più produttivi alla semina successiva.
Infatti, come un seme cresce e germoglia dando soddisfazione per la paziente attesa e le cure amorevoli, così l'orto e i suoi 6.000 metri di terreno, continuano a "crescere" e a trasformarsi. Oggi l'aria d'ingresso è stata predisposta per la zona relax e allora sarà facile sostare su una delle grosse panchine di legno sistemate fronte mare. Alle spalle, invece, un appezzamento riservato alle viti provenienti da tutto il mondo regalate da amici che saranno gustosi grappoli da tavola tra un paio d'anni.
Camminando e curiosando qua e là troverete le piante da vivaio, le Ortensie, l'Ibisco gigante, le Chamaerops, il roseto e la cantina che adesso ospita tacchini e galline dalle uova "d'oro" e che un domani potrà essere utilizzata come frigorifero naturale, mentre la zona antistante, non ancora bonificata, come soggiorno per gli amici in tenda, naturalmente senza scopo di lucro. Sono solo progetti, ma le idee sono già chiare.
Le soddisfazioni non mancano. Veder crescere delle carote può essere una novità nonché un'esperienza per molti, anche sull'isola le case hanno quasi tutte degli angoli verdi, gli ischitani una discendenza "contadina". Per esempio, non sapevo che le carote impiegano dai tre ai quattro mesi per raggiungere l'altezza di appena quindici massimo venticinque centimetri. Incredibile viste quelle del supermercato che all'apparenza tenterebbero tutti eccetto Bugs Bunny.
Il raccolto non segue rigorosamente la semina stagionale, merito del microclima che permette di raccogliere le melanzane fino alla fine di novembre o di farmi mangiare una fragolina, superstite tra tante diverse varietà di pomodori, alla fine di luglio. Nel mio cesto peperoncini verdi non piccanti, zucchine, mentre dovrò aspettare per le succulente angurie. A settembre ci sarà la semina per l'inverno, troverò broccoli come quelli romani, i friarielli, i ravanelli che l'anno scorso sono spuntati grandi come una patata, cavoli, cappucci neri e poi una ricca produzione d'insalate, lattughe e un radicchio eccezionale.
Un ottimo bottino per vegani e vegetariani, stressati dalla frenesia quotidiana, gym addicted, buongustai, ecologisti e la lista (non della spesa ma degli amici n.d.r.) continua!

Ad agosto aperto tutti i fine settimana dal tramonto in poi.
Pendio S. Alessandro. Per Info Regina Buono 3384185200

di Alessia Impagliazzo

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  • Long.: 13° 56',58 E
  • Periplo: 18 miglia
  • Coste: 51.2 Km
  • Comuni: 6
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