Un giardino in mezzo al mare

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« “Basta possedere un giardino e una biblioteca per conoscere la felicità completa”. Un saggio l’ha detto e forse sentito direttamente. Ma che cosa si deve intendere con l’espressione “felicità completa”? La massima non precisa questo significato perché il suo contenuto è soggettivo… il giardino e la biblioteca diventano un insieme che non può essere diviso: l'uno è complementare all’altro… entrambi sono egualmente insostituibili nella loro funzione.

Il giardino e la biblioteca costituiscono un’esigenza unica per coloro che desiderano, almeno, un po’ di fede, ma soprattutto sono in grado di trovarne i presupposti...

Ogni giardino, il più semplice come il più lussureggiante, è così vasto, più vasto della sua stessa estensione, e accanto agli esempi di vita che ci offre, agli spettacoli rinnovellati di anno in anno, si vive un’esistenza solida e corroborante. Bellezza, grandezza, fedeltà del giardino! Quanto dobbiamo ad esso delle nostre estasi e della nostra bontà!». Sono queste le considerazioni del giornalista e storico ischitano Raffaele Castagna pubblicate nella “ Rassegna d’ Ischia” del 2008 dal titolo “Un giardino e una biblioteca per la felicità completa!”. Sicuramente appropriate se si visitano i due più importanti giardini dell’isola d’Ischia: quelli Ravino, del capitano Giuseppe D’Ambra, che ha portato in un angolo di Forio dai suoi giri intorno al mondo le piante succulente e quelli della Mortella di William e Susana Walton, che hanno strappato alla roccia di Zaro, sempre a Forio, due ettari di terreno per raccogliere le piante da ogni parte del mondo. Sono due luoghi dell’anima, prima ancora della mente. Da vedere. Da amare.

I Giardini de La Mortella

Ogni volta che si varca l’ingresso dei Giardini La Mortella sembra di essere nel libro “Il Giardino Segreto” di Frances Hodgson Burnett. Sarà perché oltre la soglia dell’imponente entrata, ricoperta da rampicanti, non ci si aspetterebbe di trovare uno spazio sconfinato di verde e fiori, sarà perché si ha l’impressione, appena dentro, di essere in un luogo lontano, grazie alle piante rigogliose, che riempiono e colorano ogni scorcio, provenienti da paesi e latitudini differenti.

Felci arboree del continente Australe, Protee e Aloe del Sudafrica, Yucche e Agavi del Messico, Magnolie, Bauhinie, Palme, Cicadacee sono una continua scoperta, un viaggio attorno al mondo, che richiama i luoghi più lontani ed esotici. Invece siamo a Zaro, nel comune di Forio, a pochi passi dalla Spiaggia di San Francesco, a La Mortella, eletto nel 2004 “Giardino più bello d’Italia”.

Il lavoro di Lady Walton, ideatrice del parco, infatti, è ben noto agli appassionati del mondo dei giardini e della botanica (famosa fu la visita del principe Carlo d’Inghilterra), al punto che un ibrido di orchidea nuovo ha ricevuto il suo nome: la Miltassia Lady Susana Walton.

La nascita di questo luogo incantato, che si estende per quasi due ettari e prende il nome dal “mirto divino” o Myrtus communis, è dovuto solo all’amore, quello tra l’argentina Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo e il famoso compositore inglese Sir William Walton, che ne fecero il loro nido fiorito.

L’itinerario de La Mortella, aperto ai visitatori dal 1992 e reso più agevole da una mappa che indica i luoghi di interesse e le piante principali, parte da valle. Nel giardino disegnato da Russell Page, uno dei più grandi paesaggisti del ‘900, e attraversato da un rivolo d’acqua con diverse fontane, come quella bassa a otto lati (un ottagono al centro di una terrazza anch’essa ottagonale), disegnata e realizzata come regalo per l’ottantesimo compleanno di Sir William. A circondarla Magnolie, la grande Chorisia speciosa e parte della collezione di Cycadaceae. Il percorso continua. Il cinguettio degli uccelli, lo scrosciare dell’ acqua sono la colonna sonora ideale per passeggiare all’ombra di molti esemplari di alberi scelti per la forma e il colore del loro fogliame, come le grandi Liriodendron tulipifere, alte circa venti metri, che producono fiori gialli simili a tulipani, ospitando sui loro tronchi cestini in cui vivono piante epifite: orchidee, Tillandsie, felci ed altre bromeliacee. Ai piedi di casa Walton, la fontana principale ricavata attorno alle imponenti rocce vulcaniche, avvolta da felci arboree e dal Geranium maderense, mentre sul lato più caldo spicca una collezione di palme Brahea, Yucca, Agavi e piante succulente, amanti dell’esposizione più assolata ed asciutta.

D’obbligo la sosta alla deliziosa terrazza del bar che fa capolino sulla natura rigogliosa, per regalarsi un piacevole momento di relax in compagnia di un tazza di selezionatissimi tè inglesi e una squisita fetta di torta.

La passeggiata continua in salita verso il giardino superiore, o Collina, disegnato e sviluppato da Lady Walton a partire dal 1983, anno della scomparsa del maestro. Un percorso terrazzato con muri a secco, soleggiato e ricco di belvedere, con una vegetazione mediterranea, anche se non mancano angoli esuberanti e fioriture prolungate.

In una posizione che domina non solo il giardino, ma tutta la baia di Forio, si trova la Roccia di William, che custodisce le ceneri del maestro, una piramide naturale di pietra, un tempo masso di confine, che Sir Walton dichiarò essere la “sua pietra” il giorno in cui la proprietà fu acquistata.

Poco lontano l’imponente Tempio del Sole, diviso in tre grandi ambienti ricavati da un'antica cisterna di acqua piovana per l'irrigazione riconvertita, con le pareti illuminate dai raggi di sole che filtrano dalle aperture nel soffitto e i bassorilievi di ispirazione mitologica, opera di Simon Verity, che illustrano l'affinità di Apollo, il Dio della Musica e della Poesia, con altre arti e scienze, come la medicina, la danza, la crescita della flora, la natura, le selve antiche. Basta spingersi poco più in alto per ritrovare la cascata del coccodrillo, circondata da Agapanthus campanulatus e begli esemplari di Encephalarthos manikensis, che crescono sulla sponda. Una scoperta per molti visitatori che pensano che il coccodrillo, una statua in bronzo, sia vero.

Il vialetto che abbraccia questa zona stimola l’olfatto. Erbe aromatiche e cespugli profumati, e una collezione di salvie ornamentali, gerani aromatici, timo, lavande e plectranthus conquistano e accompagnano al luogo più panoramico, il teatro greco, che di notte regala una scenografia particolarmente suggestiva con le sue gradinate, circondate da alberi, piante mediterranee ed essenze fragranti, incastonate tra le grandi rocce laviche ed i muri di pietra a vista che guardano al mare.

La stagione concertistica estiva, organizzata dalla Fondazione William Walton e La Mortella, che si propone come centro di studio per giovani musicisti di talento offrendo anche borse di studio, è qui che dà appuntamento agli amanti della musica e a coloro che desiderano ascoltare, scoprire nuovi talenti e vivere intense emozioni per serate all’insegna di jazz, teatro, cinema, spettacolo, lirica. Un ricco programma che si unisce a quello dei concerti di musica da camera nella Recital Hall del giardino.

Lasciato alle spalle il teatro greco, dopo la sala Thai, luogo di meditazione e quiete circondato da uno stagno di piante di loto, la passeggiata si conclude nel punto più alto del monte Zaro. Da qui è possibile abbracciare con lo sguardo tutta la baia di Forio, fino alla Chiesa del Soccorso. Chissà che Lady Walton, scomparsa nel 2010, all’età di 83 anni, non si sia trasformata in una bellissima farfalla, continuando a posarsi da un fiore all’altro sulle note degli spartiti di Sir William…

I Giardini Ravino

I Giardini Ravino, aperti al pubblico dal 2006, sono un parco botanico d’acclimatazione situato nel comune di Forio, di fronte alla baia di Citara sul lato occidentale dell’isola d’Ischia, dove occupa circa 6.000 mq con una collezione, ormai cinquantennale, messa insieme nei suoi viaggi per mare dal capitano Giuseppe D’Ambra.

Sono cinquemila gli esemplari di piante succulente, appartenenti a ben quattrocento specie diverse, in gran parte Cactacee, a cui si aggiungono circa duecento tra Cycadee, Palme e Musacee, nonché una vasta rappresentanza di flora mediterranea e piante officinali. Monumentali Cereus colonnari svettano accanto ai bassi Grusoni, cactus di forma globosa sulle cui spine colorate si riflette la luce dorata del tramonto con meravigliosi effetti cromatici.

Il percorso della visita si snoda tra sentieri privi di barriere architettoniche fra le aiuole delimitate dalle tradizionali “parracine”. Nel tufo sono scolpiti anche manufatti artigianali, che fungono da arredo, come tavoli, panchine e originali fioriere che contengono colonie di Sedum e Sempervivum (le uniche specie succulente autoctone europee) o esemplari di Aloe, Agavi, Opuntie (le prime piante grasse d’importazione nell’antichità e nella prima età moderna).

Le assolate terrazze, che ospitano le piante succulente, sono collegate tra loro da camminamenti ombreggiati dalle chiome degli alberi di alto fusto: carrubi, lecci, cipressi, gelsi e una gigantesca Erithrina falcata dagli sfolgoranti fiori arancioni. A offrire riparo anche le spalliere di Passiflora, di Bouganvillea, di Fuchsia, di Aristolochia gigantea dall’esotica fioritura purpurea e le pergole di vite locale dai grappoli appetitosi, di Solandra maxima dagli enormi fiori gialli, di Thumbergia alata coi suoi tralci di fiori azzurri, di Pereskia aculeata, l’unica varietà conosciuta di cactus a foglia, che accoglie i visitatori proprio all’ingresso dei Giardini Ravino.

Tra le quinte verdi, la scenografia vegetale è ravvivata dalle tinte smaglianti delle fioriture: quelle effimere dei cactus e quelle persistenti delle agavi, quelle vivacissime della lantana e quelle delicate della Plumbago, quelle eleganti della Chorysia e quelle scompigliate della Canna indica, quelle diafane dell’Hibiscus e quelle carnose del Frangipani, quelle aeree dello Schinus mollis e quelle acquatiche del loto e della ninfea.

L’aria è profumata dalle fragranze agrumate delle zagare e dei fiori di caffè, dagli effluvi delle cascate floreali della Datura, così come dagli alberelli di Cestrum nocturnum, dai cespugli di lavanda e dalle siepi di lauro, ma anche dagli arbusti di mirto, dalle cortecce di canfora e cannella, dalle foglie di pelargonio, di menta, origano, salvia, timo, rosmarino e maggiorana.

Piacevole la sosta al Cactus Lounge Café che occupa i bianchi volumi dell’architettura mediterranea di un’antica pertinenza agricola riattata, con tanto di palmento sottostante, visibile da una suggestiva finestra vetrata aperta sul pavimento. Le innumerevoli piante d’agrumi, frutti tropicali e il piccolo orto ornamentale gli forniscono materia prima, qui, infatti, è possibile assaporare la specialità della casa, il Cactus cocktail preparato, secondo la stagione, con frutti e semi di cactacee maturi.

Ma i Giardini Ravino sono anche un laboratorio di cultura e sostenibilità. I visitatori potranno prendere parte a esposizioni, mostre d’arte, artigianato e fotografia, rassegne editoriali, rappresentazioni teatrali di prosa e d’improvvisazione, proiezioni, concerti di musica classica, lirica e leggera, conferenze, convegni, stages. Importante sede, tra l’altro, del G.A.S. “Megalesia” (Gruppo di Acquisto Solidale) e dell'Associazione “Tommaso Cigliano”, volta a diffondere la conoscenza della medicina omeopatica nella patria, Forio, del più famoso omeopata italiano.

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