Francesco Buonocore
Nato ad Ischia Porto il 4 Dicembre 1870. Nel 1897 dopo rigorosi studi venne ordinato sacerdote; sacerdote rigoroso ed equilibrato nello spirito, trasmetteva le sue idee ed iniziative con chiarezza. Il Buonocore prese in affitto dal comune di Ischia i locali del convento di S?Antonio per creare una scuola perch?, a quei tempi chi voleva studiare doveva per forza entrare in seminario, nacque cos? ad Ischia la prima scuola secondaria a tipo agrario la ? Vittoria Colonna ? che nel 1933 venne regificata. Nel 1939apre un?altra scuola privata :l?Istituto Magistrale ?Ferrante D?Avalos?, che ben presto venne parificato. Riemp? le case degli Ischitani con opuscoli, giornali e libri pubblicati a sue spese ne sono testimonianza i libretti intitolati? La Cultura?, il quindicinale? La Vedetta del Golfo? e libri con la storia di Ischia.

Giacomo Deuringer
Nativo di Napoli (1920), ischitano per discendenza materna, ha sempre nutrito un grande amore per Ischia ed ha sviluppato una intensa attività a favore dell'isola. Dal 1952 al 1956 è stato direttore dell'EVI, e poi fino all'aprile 1964 presidente dell'ente stesso, contribuendo in maniera determinante all'impostazione e soluzione dei problemi, oltre che allo sviluppo turistico ed economico, in un periodo che vide appunto la realizzazione di numeroseopere. Fondò e diresse il mensile Ischia l'Isola Verde (1949-1952) e il quindicinale, insieme con Saverio Barbati, Il Golfo (1953-1954), e poi Lettera da Ischia (1962), titolo ripreso successivamente varie volte; nel 1959 pubblicò una Guida dell'isola dÕIschia; provvide ad istituire la collana pubblicistica I Quaderni dell'isola verde. A lui si devono inoltre la costituzione dell'Associazione Amici dellisola d'Ischia e del Circolo Nautico di Forio. Ha occupato posti importanti anche alle dipendenze della Radio Televisione Italiana.

Giovanni Maltese
Giovanni Maltese nacque a Forio il 7 gennaio 1852 da Francesco e Rosa Castaldi, domiciliati nella zona di Monterone. Orfano di madre ancora bambino, essendo il padre passato a seconde nozze, fu affidato alle cure degli zii agricoltori e visse perciò la sua infanzia a contatto con la fertile terra di Forio e con la cultura contadina. Ben presto emerse in lui l'amore per l'arte, cui era naturalmente vocato. Si divertiva a scolpire testee figurine di uomini e di animali nel legno dei rami della sua terra con risultati apprezzabili in un bambino della sua età; e questo spinse l'allora sindaco Orazio Patalano a chiedere per lui una borsa di studio che gli consentì di trasferisi a Napoli e di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti, dove ricevette istruzione ed educazione artistica dai più noti maestri del tempo. Ottenuto il diploma si trasferì a Roma, dove frequentò per due anni lo studio di GIULIO MONTEVERDE, celebre scultore verista. Proprio dallo scultore Monteverde, piemontese di nascita e romano di adozione, il nostro Maltese fu indicato come scultore per i lavori di abbellimento del castello di Chenonceaux, uno dei castelli della Loira, che ancora oggi si visitano con ammirazione, per l'eleganza dello stile, la perfezione dell'impianto architettonico, la simbiosi con l'ambiente naturale in cui sono immersi. La sua permanenza nella valle della Loira durò poco più di sei mesi. Tornato a Forio si dedicò alla scultura su commissione ed in questo periodo (1881) produsse "I pidocchiosi" bella scultura in gesso.
Tra il 1881 e il 1883 l'isola d'Ischia fu colpita da due terremoti; il più devastante fu quello dell'83, detto anche "terremoto di Casamicciola" perchè fu quella cittadina ad avere il maggior numero di danni e di morti. Anche Forio patì molti danni e pianse molti morti. Tra questi alcuni parenti di Giovanni Maltese, che riuscì a salvarne uno solo dalle macerie con l'aiuto di un ragazzo allora di dieci anni, individuato dai biografi poi nella persona di Luigi Patalano, che gli divenne in seguito amicissimo, anche se motivi politici li separarono agli inzi del '900, come dimostra qualche strale satirico lanciato da Maltese a Patalano nella raccolta "Cerrerme". Ottenuto in enfiteusi il Torrione dal Comune, lo trasformò in privata abitazione e in atelier personale. Qui è stato realizzato il maggior numero delle sue sculture e pitture, che ancora vi risiedono, essendo stato lasciato al Comune il suo consistente patrimonio artistico e avendolo il Comune disposto e ordinato nella sala superiore, chiamato Museo G. Maltese. Felicissimo fu l'incontro dell'artista con la signora Fanny Lane Fayer, ne nacque una vivificante esperienza d'amore, che si concluse con le nozze, celebrate a Napoli il 20 aprile 1901. L'affinità elettiva con la sposa, il carattere dolcissimo di Fanny, la tardiva ma profonda esperienza d'amore diedero allo scultore un rinnovato vigore e una insperata serenità.
Purtroppo il destino non gli fu generoso. Solo 12 anni dopo, il 21 agosto 1913, G. Maltese moriva a Forio, colpito da malattia cardiaca.
Giovanni Mattera
(Serrara Fontana 1852-1933). Eremita dell'Epomeo, "filosofo rude e taciturno", che, dopo 42 anni, fu costretto a lasciare l'eremo in seguito ad un provvedimento del comune di Serrara Fontana che un gruppo di isolani, in un appello ai concittadini e alle autorità, definiva "violazione della legge da parte dei custodi della legge". Nel 1926, dopo due anni, venne richiamato e fatto tornare sull'Epomeo, dove egli aveva ospitato alpinisti e carbonari, turisti e legnaiuoli, poeti, condottieri e principi (il re Vitt. EmanueleIII), «offrendo a tutti la stessa paglia per letto e lo stesso bicchiere di liquore forte, all'alba, mentre la nebbia che sale dalla vallata fa emergere le cime del monte come scogli neri di un mare grigiastro».
Giovanni Verde
Nacque a Forio il 23 settembre 1880, terzogenito del dott. Matteo, medico e studioso del termalismo isolano, e di Marianna Patalano. Studiò presso il Seminario d’Ischia e nel Collegio dei Padri Benedettini di Cava dei Tirreni. Laureato in giurisprudenza, si dedicò maggiormente alla poesia e alle arti figurative. Collaborò ai quotidiani Il Mattino e Il Giorno; diresse i periodici isolani Il Gerone e L’Aquilotto, quest’ultimo da lui stesso fondato nel 1921.Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento. In quegli anni ideò ed eseguì il monumento a Vittorio Emanuele III, eretto nella città di Gorizia. Insegnò storia e diritto a Napoli nelle scuole tecniche. Tornato a Forio, dopo la seconda guerra mondiale, gli fu affidata dal Comune la custodia e la direzione del Torrione, dove erano conservate le opere del poeta e scultore Giovanni Maltese, di cui curò anche la pubblicazione dei Sonetti inediti dialettali con l’aggiunta di un glossario e di un saggio sul dialetto foriano. Sue raccolte poetiche: Quando ne imbrocco una e I miei versi giocosi, e la commedia in dialetto foriano Nzàurete. Furono da lui composte le epigrafi al Cardinale Luigi Lavitrano (Basilica di S. Maria di Loreto) e all’eroe foriano Luca Balsofiore.
Giovanni Verde amò profondamente Forio e l’isola. Negli ultimi tempi si dedicò alla istituzione del Gruppo Marinai d’Italia. Nel 1955 cura la pubblicazione dei sonetti dialettali inediti di Maltese.
Tra le sue opere ricordiamo: “La saga di Pitecusa o la leggenda dell’isola d’Ischia”, “Quando ne imbrocco una”, in dialetto foriano, “I miei versi giocosi” in italiano e la commedia in dialetto foriano “Nzàurete”.
La sua produzione poetica si caratterizza per un’intelligente ironia ed autoironia, attraverso la quale coglie gli aspetti genuini della vita foriana. Accanto alla sua produzione poetica è da annoverare il lavoro di scultore, ricordando almeno il monumento a Vittorio Emanuele II a Gorizia e il bassorilievo dedicato a Luca Balsofiore, medaglia d’oro al valore militare.
Morì il 28 marzo 1956.