Sulle tracce di Elena Ferrante

Castello Aragonese

Quando si parla di isole italiane, si pensa immediatamente a Capri, mentre Ischia ha una reputazione meno forte. Non avevo mai sentito parlare di Ischia fino a quando non ho letto l’incredibile “L’amica geniale” di Elena Ferrante qualche anno fa. Nel libro, Ischia è la fuga figurativa e letterale della narratrice Lenu dal quartiere violento e claustrofobico di Napoli che lei chiama casa, e le sue vivide descrizioni mi hanno indotto a visitare questa piccola isola, a un’ora di traghetto da Napoli.

Sono venuta qui alla ricerca di Elena Ferrante ma ho scoperto molto di più. Anche se con un solo giorno sull’isola, non c’era tempo per indugiare. Nel romanzo di Ferrante, Lenu è deliziata dalla spiaggia e affascinata dal «popolo vivo, coperto di fango» sulla spiaggia dei Maronti. Non ha mai visto nulla di simile come i trattamenti di benessere - facilitati dall’attività termica e vulcanica e dal suolo - che sono stabili lì da migliaia di anni e ancora oggi così attivi. Mi è stata mostrata la spiaggia da chi gestisce un tour a tema dell’isola di Elena Ferrante che ero entusiasta di provare mentre ero qui. Mi ha portato a Barano, sulla spiaggia dei Maronti e mi ha accompagnato lungo il vicolo che collega la spiaggia con due case bianche a due piani, identificate come il luogo in cui sarebbe rimasto il personaggio autobiografico di Ferrante, Lenu. Antiche chiese, sentieri acciottolati e case che non sembrano essere cambiate da decenni: tutto era così affascinante come descritto nei libri. Le location di Ischia sono state utilizzate durante le riprese per l’adattamento televisivo del libro, e ci sarà senza dubbio un aumento di interesse una volta che gli spettatori vedranno quanto saranno meravigliose una volta apparse sullo schermo. Ma ho riavvolto alcune ore e la mia giornata è iniziata con il caffè ai Giardini la Mortella, il giardino in evoluzione che Susanna Walton ha creato e che celebra quest’anno il suo 60° anniversario. Laurence Olivier e Vivien Leigh hanno soggiornato qui come ospiti e si può capire perché. Con percorsi rampicanti e piccole aree ricche di piante rare ed esotiche, che culminano in panorami epici, mentre si va verso l’alto, i giardini appaiono come una gemma nascosta, nonostante siano ora aperti al pubblico. Da lì ho fatto un giro veloce visitando la Chiesa del Soccorso, nel borgo di Forio, passando poi per i Giardini Ravino (inclusa una breve sosta per un cocktail di cactus). Ovunque c’erano i panorami #nofilter –instagrammabili che mi allietavano mentre assaggiavo il gelato artigianale all’Hotel San Montano; le vedute del borgo di Sant’Angelo (amato da Angela Merkel) dal villaggio di Serrara Fontana; la vista mare del Giardino Eden, un ristorante raggiungibile in barca, dove ho assaporato un delizioso carpaccio di frutti di mare e un bicchiere di vino ischitano, ottenuto da uve coltivate nei vigneti dell’isola. Potresti mai stancarti di questi panorami? Dal momento che dovevo tornare a Napoli il giorno seguente, purtroppo non ho avuto il tempo di scoprirlo. Ma fortunatamente, prima del traghetto, il mattino seguente, sono stata a Il Monastero, sul Castello del XVI secolo con la sua isola privata. L’effetto calmante e consapevole dei suoni delle onde è forse dato per scontato quando si vive vicino al mare, ma per una londinese senza-sbocco-sul-mare come me, è stato un lusso raro sedersi sulla terrazza del mio balcone con vista sul mare sottostante, popolato da colorate barche da pesca e affascinanti caffetterie. Dal suo giardino ho guardato il tramonto, anche se il famoso “raggio verde” non è apparso questa volta. Ma questa è solo un’altra ragione per tornare.

Elena Ferrante
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