Sant'Anna dei pescatori

ischia-ponte

Giovan Giuseppe Esposito ha 86 anni meravigliosamente portati con una eccezionale memoria. Ha fatto il pescatore per tutta la vita e con il suo lavoro ha mantenuto la sua famiglia. Una moglie e quattro figli. Ogni mattina “scende” alla Mandra, il suo quartiere, sulla spiaggia dei pescatori a salutare il suo amico Bruno che gestisce lo chalet posto ai piedi dell’ex-carcere mandamentale che qui chiamano “il mulino” e che oggi è un grazioso centro culturale dove si tengono mostre e spettacoli teatrali segni di una ammirevole vitalità culturale e civile di questo quartiere ...

del Comune di Ischia abitato oggi da circa mille persone posto a ridosso della via Vittoria Colonna ed a qualche centinaia di metri dal Borgo di Celsa che oggi si chiama Ischia Ponte. E’il quartiere dei pescatori. Per secoli e fino alla metà del ‘ 900 questa spiaggia è stata occupata dalle barche di legno che uscivano all’alba e ritornavano al tramonto. Gli uomini in mare e le donne nelle case a badare ai figli. Sono case alte per proteggere gli abitanti dal vento forte dell’inverno e dal sole cocente dell’estate. La famiglia di Giovan Giuseppe – come indica il suo cognome – è del “popolo minuto”, “le petit peuple” come dicono i francesi ed è probabile che un suo avo è venuto ad Ischia da Napoli, dalla casa dei trovatelli, la Real Casa Santa dell’Annunziata, dove le madri nubili abbandonavano i bambini nella “ruota”, i figli della colpa o del peccato, e dove a quasi tutti veniva dato il cognome di “Esposito”. “Qui alla Mandra decine di famiglie pur avendo figli adottavano un bambino o una bambina dell’Annunziata forse per devozione a Sant’Anna, la madre di Maria, o forse perché i figli erano considerati la vera ricchezza della famiglia” mi dice Bruno , il gestore dello chalet. La piccola cappella, posta sulla stradina pedonale, dedicata a San Giovan Giuseppe della Croce, il francescano del XVII secolo, ischitano e patrono d’Ischia, è incastonata in un fabbricato antico ed ha ai piedi dell’altare una piccola statua della “Madonna – bambina” posta in una barca con la scritta “S. Maria bambina”. Giovan Giuseppe Esposito della famiglia “Scaiton”, il soprannome, qui tutti hanno un soprannome perché i cognomi sono comuni e non indicativi, ricorda ancor oggi la morte di suo padre. “Si chiamava Gaetano e faceva il pescatore e morì a 42 anni il 12 febbraio 1934 in mare per una tempesta di tramontana con altri 5 compagni ed il suo cadavere fu trovato 5 giorni dopo al largo di Fiumicino. Era uscito con la sua barca, un gozzo ed a remi e si era spinto con i compagni fino al largo di Ventotene, per pescare il merluzzo. Il mare dà la vita ma anche la morte” dice Giovan Giuseppe “Scaiton” a me ed ad Ugo Vuoso, sociologo ed antropologo, sostenitore dell’écoles des annales di Fernard Braudel, animatore da anni del Centro Etnografico delle isole mediterranee, che mi accompagna in questa visita al villaggio dei pescatori. E’ qui che vive Ugo – che sta scrivendo un libro sulle storie di vita dei pescatori locali – in una casa antica in un vicolo dedicato ad Ulisse, il più grande eroe di Omero. “Ho raccolto 12 ore di registrazione dal pescatore Giovanni Rando, che vive con la moglie in una casetta a fianco alla mia, per raccontare storie di vita di un tempo passato che rischia di rimanere sconosciuto” mi sottolinea mentre prendiamo in questa calda giornata di giugno il caffè offerto da Bruno. “La comunità dei pescatori viveva qui con grande spirito di solidarietà. Ci si aiutava a vicenda. C’erano i pescatori ed i contadini. I pescatori avevano una loro professionalità. Erano specializzati nel tipo di pesca. La maggior parte non erano pescatori d’altura ma di costa. Uscivano all’alba con i loro gozzi, a vela ed a remi, e ritornavano la sera. E’ stato così per secoli fino alla metà degli anni ‘ 50 del ‘ 900 quando è arrivato il turismo” mi dice Ugo Vuoso. “Nel Novecento c’è stata anche la grande ondata migratoria nelle Americhe. Dopo la seconda guerra mondiale sono partiti in centinaia per gli Stati Uniti e l’Argentina. A Mar del Plata in Argentina c’è una numerosa comunità di ischitani che lavora nella pesca e che festeggia San Giovan Giuseppe, il patrono di Ischia, come se fosse qui. Non sono mai state tranciate le radici” mi spiega Ugo. Ma come facevano questi pescatori, quasi analfabeti, ad orientarsi di notte in questi golfi di Napoli e Gaeta? Domando a Giovan Giuseppe “Scaiton”. “Vedevamo le stelle – mi risponde “Scaiton” – e dalle stelle sapevamo come orientarci. Le “tre stelle di danaro” sopra l’isolotto di Vivara ci indicavano l’isola d’Ischia poi le stelle della “gallina”. Non avevamo alcuna bussola”. Quando si stava a terra si festeggiava. Le feste erano in onore di San Giovan Giuseppe, di Maria, di Anna. Nonostante l’economia di sussistenza questa comunità considerava la Chiesa “la persona in più della famiglia”, come mi disse lo storico Mons. Pasquale Polito oltre vent’anni fa raccontandomi la vita dei pescatori.  Giovan Giuseppe “Scaiton” mi dice che “una volta per la festa di San Giovan Giuseppe venne il maestro Musella da Napoli con una banda di 140 musicanti”. Anche la festa di Maria è particolarmente sentita. “Nella chiesetta della Mandra Maria viene festeggiata tre volte: l’8 settembre, il giorno della nascita, il 12 settembre, il giorno del battesimo ed il 15 agosto il giorno nella morte e dell’assunzione in cielo” mi spiega Ugo Vuoso. Forse per queste ragioni di forte tradizione religiosa questa comunità della Mandra accolse con entusiasmo una festività dedicata a Sant’Anna, la madre di Maria, il 26 luglio, nel pieno dell’estate ed interamente collegata al mare. Quando si sviluppò nel secondo dopoguerra la tradizione della “Festa a mare agli scogli di Sant’Anna” con la costruzione delle barche allegoriche e la loro sfilata nel giorno di Sant’Anna nello specchio d’acqua antistante il Castello Aragonese gli abitanti della Mandra, i “madraioli”, pescatori o loro discendenti, furono i più entusiasti ed i più bravi nella costruzione delle barche. “C’era grande entusiasmo nella costruzione della barca. Partecipava tutto il quartiere anche i turisti. Per costruire la barca venivano impiegate almeno 90 persone. Si cominciava a lavorare ai primi di luglio per finire il giorno di Sant’Anna. Il varo della barca dalla spiaggia dei pescatori era già una festa. Le nostre barche erano enormi costruite su bidoni di ferro per il galleggiamento ed erano alte 10 metri su una superficie di 250 metriquadri. I figuranti variavano da 30 a 50 persone” mi spiega un altro Giovan Giuseppe che di cognome fa Di Leva e che ha oggi 64 anni e che per oltre trent’anni ha partecipato alla costruzione della barca di Sant’Anna della Mandra. “Abbiamo vinto decine di edizioni di Sant’Anna con il primo premio quando la competizione era spontanea con la partecipazione di appassionati di Ischia Ponte ed alcune barche restano indimenticabili come “il Dio Nettuno”, forse la più bella di tutte, ed ancora “La vecchia campagna”, “l’attacco dei turchi”, “I turchi alla marina” ed i “mandraioli” sono stati sempre i più forti” mi dice con orgoglio Giovan Giuseppe Di Leva, vecchio sportivo che oggi gestisce la palestra Geco Club a Lacco Ameno e che è stato ottimo canoista dilettante partecipando alle polisportive estive ottenendo “10 coppe”.  Oggi la festa a mare di Sant’Anna si è trasformata con l’istituzione del Palio fra i Comuni delle isole partenopee. Forse è migliorato lo spettacolo e si è perfezionata l’organizzazione poiché S. Anna è la più importante sagra estiva dell’isola d’Ischia ma oggi come ieri i “mandraiuli”, quelli della spiaggia dei pescatori, restano fedeli alla festa anche se i gozzi sulla spiaggia diventano sempre più pochi mentre aumentano
gli ombrelloni come dire che un’epoca scompare per far posto ad un’altra.

IL PROGRAMMA DELLA FESTA

Mercoledì 24 Luglio:
Ore 18,00 gare sportive per l'assegnazione dell'ordine di sfilata delle barche nella baia di Cartaromana con partenza dal Ponte Aragonese

Giovedì 25 Luglio:
Ore 19,00 processione via mare con partenza dal pontile 'Corteglia' e S. Messa presieduta da S.E. Mons. Pietro Lagnese - Vescovo di Ischia - presso l'antica chiesa con benedizione del Palio e delle partorienti
Ore 21,00 spettacolo folkloristico 'A'Mascarata'
Stand gastronomico della tradizione (parmigiana e anguria)

Venerdì 26 Luglio:
Ore 21,00 sfilata delle barche nella baia di Cartaromana
Ore 23,30 incendio del Castello Aragonese
Ore 24,00 Spettacolo pirotecnico della ditta fireworks del Cavalier Ugo LIETO

 

Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
Festa a Mare agli scogli di Sant'Anna Ischia Ponte Castello Aragonese
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