La
Chiesa sorge sull'attuale Corso Vittoria Colonna di Ischia Porto,
nel borgo sei-settecentesco a pochi metri dalla spiaggia. Il
Parroco di San Vito Martire e dello Spirito Santo: Don Antonio
Moraldi, ideò la costruzione di questa Chiesa, non riuscendo
a tollerare che gli abitanti di Villa dei Bagni, dovessero raggiungere
la Chiesa dei Frati Minori. Il tempio prese allora il nome di
Chiesa del Purgatorio o, più precisamente di Santa Maria delle
Grazie e delle Anime Purganti, probabilmente a ricordo della
Cappella, ormai inclusa nella Reggia, ed insieme a conforto
della tradizione che voleva cosi dedicate le chiese cimiteriali:
infatti il piano sottostrada era adibito appunto a cimitero
comunale.
Ciò spiega anche perché il gentiluomo Pasquale Battistessa,
impiccato durante la Rivoluzione del 1799 sulla spiaggia della
Mandra e creduto morto, vi fu trasportato, ma, riavutosi durante
la notte, fu finito dai carnefici proprio ai piedi dell'altare
maggiore. Oggi la strada e la piazza a Lui dedicate nei pressi,
ricordano quell'infame delitto. Inoltre, poiché nella Cappella
anzidetta dedicata alla Madonna delle Grazie, si venerava una
statuetta di S. Pietro, che gli abitanti di Villa dei Bagni
dediti per lo più alla pesca e molto devoti al Santo, amavano
recare in processione ogni anno il 28 giugno, fino al Tempio
eretto dal Moraldi, con il passare degli anni si prese ad indicare
la chiesa anche con il titolo di S. Pietro.
La
Chiesa si eleva dal piano stradale ed e in posizione arretrata
su un piccolo spiazzo ed e preceduta da un rustico sagrato pavimentato
con pietre di lava. La facciata e di forma convessa, mentre
lo spazio interno e di forma ellittica con un suo particolare
carattere unitario molto lontano dalle soluzioni più correnti
e provinciali adottate nelle altre chiese dell'isola. La parte
superiore della cupola e rivestita di embrici maiolicati gialli
e verdi che danno uno straordinario effetto cromatico e paesistico,
ben visibile dalla spiaggia e dalla pineta dell'"Arso". Purtroppo
rammarica il fatto che le scarse fonti storiche non ci consentono
di identificare il nome dell'architetto, anche se da un'attenta
lettura dell'opera, è possibile dedurre almeno in quale corrente
di cultura e di gusto essa può collocarsi.
La
Chiesa appare molto vicina allo stile del Vanvitelli, ma taluni
particolari, come gli stucchi in chiave degli archi, la forma
dei capitelli, non consentono di attribuire l'opera al grande
maestro, ma ci inducono a ritenere probabile che essa sia
frutto di un suo disegno interpretato da qualche suo allievo.
Fu consacrata nel 1781.