Ottobre, Marte, lo zaino e il mare d’autunno

mare ottobreSettembre è passato. Per tanti questo mese ha significato la possibilità, se non l’ultima, di trascorrere sull’isola i giorni finali di un’estate giunta ormai al fotofinish all’ingresso dell’autunno prima dell’arrivo definitivo dell’inverno. È nel sapore dell’aria settembrina che la calma invade le spiagge. E nei luoghi in cui prima scorreva fecondo il flusso di viaggiatori spinti dalla curiosità che si muove sulle gambe degli uomini e li porta a esplorare posti nuovi e viverne gli usi, dopo l’equinozio d’autunno si annuncia e giunge ottobre.

La superficie del mare comincia a incresparsi per l’imminente cambio di stagione e tanto delle orme dei bambini che restavano impresse sulla sabbia bagnata mentre erano impegnati a costruire castelli, quanto quelle dei giocatori provetti di beach volley e racchettoni o dei lettini che ospitavano corpi dalle pelli abbronzate al sole, intanto che gli ombrelloni infilati nell’arenile hanno assicurato la conquista di una piccola fetta di piacevole felicità consolidata giorno dopo giorno, forse non vi sarà più traccia. Eppure ciò che molti ancora non conoscono e vale la pena sapere è che Ischia in questo chiaroscuro del mese presieduto da Marte, signore della nascita e della morte, raffigurato come un giovanetto che va a caccia o che semina, presenta un aspetto sconosciuto ma gradevole agli occhi e all’anima. In cui i magnifici scenari mantengono intatto il fascino di un luogo cui bisogna dedicare la propria attenzione se si ha voglia di scoprire i tratti esclusivi di una bellezza estrema. Nei trentuno giorni del decimo mese dell’anno, cui l’imperatore romano Commodo attribuì il titolo di “Invictus” ossia “mai sconfitto” o “l’invincibile”, la bellezza dell’isola non è oscurata sebbene le congiunture invernali siano alle porte. È nel passaggio tra la fine dell’estate e l’aria fresca dell’autunno, in una luce difficile da limitare, che ci si lascia alle spalle il ricordo del tepore umido proprio dei mesi più caldi e si sostituisce la voglia di indossare scarpe leggere e, zaino in spalla muniti di macchina fotografica, seguire la mappa che sensazioni e profumi disegnano nella mente del visitatore, ossessionato dall’idea di darle concretezza per farla propria. Senza alcuna fatica si può abbandonare l’idea che l’arrivo della notte prematura limiti la voglia di saltellare da un punto all’altro dell’isola, sebbene le giornate accorciate scandiscano un tempo diverso. È nel mese di vendemmiaio – il primo mese del calendario rivoluzionario francese che va dal 22/24 settembre al 21/23 ottobre, dedicato appunto al periodo della vendemmia – e che per i Romani rappresentava l’ottavo mese, quello della semina oltre che il termine di un ciclo compiuto che apre le porte a quello successivo, che si gettano le basi per il nuovo raccolto. E per tanti, si tratta di un nuovo viaggio. Se la Chiesa cattolica ha inventato la festa di “Ognissanti” forse per contrapporre i Santi ai fantasmi, agli spiriti, alle anime erranti dei morti che nella notte del trentuno ottobre sono celebrati dalla festa di Halloween e che i Romani dei tempi lontani usavano per aprire l’accesso al regno infero, è invece l’idea di rigenerazione che si fa largo e ci accompagna per tutto il tempo. Si schiude così, umilmente, nella sua sostanza nei panorami o tra i viottoli caratteristici di Forio o seduti comodamente al bar per essere poi rapiti dalle colorazioni mutate di questo mese. L’estate non finisce. Continua come uno status interiore. È in ottobre che una vivacità differente circonda i paesaggi rendendoli leggeri alla vista, resistendo al pensiero condizionante e diffuso che vuole foglie morte e la tristezza a fare da cornice. Si fa largo una riscoperta quotidianità e la consapevolezza che ci si può tuffare nelle acque termali dei parchi ancora aperti o dopo una sauna naturale  in quelle di Sant’Angelo e Cava Scura che si oppongono come ultimi baluardi di resistenza alle brevi piogge che timidamente si lanciano dalle nuvole per precipitare sulla terra. Ischia non è più dunque affollata da un materialismo estivo, a tratti commerciale e caotico, ma esibisce un regno nel quale, aperte le soglie, si accede senza ostacoli sia nel patrimonio paesaggistico e sia in quello culturale e folcloristico. Gli eventi come avviene ormai da anni coprono il ciclo ottobrino. Un esempio, il «Tutti in tavola» organizzato e programmato per il dodici ottobre nella frazione di Succhivo alla riscoperta del tradizionale pranzo rituale della domenica. Sensazioni palpabili, ogni giorno e a ogni scorcio.

Di Graziano Petrucci

 

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Info su Ischia

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