Di nettare e di vino

Le-api-di-Ischia-132Siamo lieti di informare i nostri graditi ospiti, ma anche i tanti ischitani che ci leggono, che la nostra isola propone vino, olio e marmellate biologiche.
No, questa non è un’inserzione pubblicitaria né vogliamo recensire un’etichetta, ma vogliamo condividere con voi il successo di una generazione di agricoltori e viticoltori ischitani appassionati, che hanno fatto della coltivazione della terra un’attività imprenditoriale senza tagliare mai le radici, profondamente radicate, nella cultura rurale che da sempre ha dominato e caratterizzato l’identità ischitana.

Ma il successo non è della famiglia Colella o dell’azienda agricola La Pergola, che vanta la prima etichetta bio ischitana, ma è del territorio ischitano che può iniziare a sperare nella contaminazione sociale di queste pratiche. In fondo non serve un’etichetta per avere cura della propria terra, basta avere buon senso e lasciarsi ispirare dalla natura, dai suoi tempi e dai suoi ritmi.
L’attenzione ai prodotti del territorio e alla tipicità delle produzioni locali è un fattore qualificante dell’esperienza vissuta dal turista nella nostra isola e deve essere motivo di orgoglio e stimolo per gli ischitani che devono recuperare il loro rapporto con la terra e sanare la frattura, più o meno evidente, che lo sviluppo turistico vertiginoso degli scorsi decenni e lo sviluppo urbanistico dell’isola, hanno provocato tra l’isolano e la sua isola.
E’ per questo che il lavoro di Giosuè Colella nella sua azienda per produrre vino, olio e confetture bio, o la passione di suo fratello Salvatore per l’apicoltura sono le buone pratiche che noi di Ischianews vorremmo sostenere e farvi conoscere per rafforzare l’immagine e qualificare di contenuti la nostra isola.
Il primo vino biologico nasce al Cimmentorosso, la collina che domina la Baia di Citara a Forio, un vigneto di 3 ettari impiantato su di un terreno leggermente declive e terrazzato esposto a sud ovest. Nascendo a 150 metri sul livello del mare il “Bianco di Colella” conserva un sapore gradevolmente salmastro, asciutto e lungo. I profumi sono quelli tipici dell’uva di origine con sentore di mela verde e spezie aromatiche. I colori sono il giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli…forse il privilegio concesso a queste uve dal ricercato raggio verde del tramonto foriano! Il metodo di coltivazione è chiaramente quello consentito dal protocollo biologico, con un limitato impiego di poltiglia bordolese e il ricorso al piretro per contrastare le infestazioni di parassiti o l’utilizzo di trappole per la cattura di insetti “non graditi”. Molto gradite invece sono le api, che nella tenuta Colella, hanno trovato un ambiente ospitale.
Ma le arnie che ho visitato con particolare entusiasmo sono quelle di Salvatore, custodite nel centro storico di Forio, nella tipica casa foriana, quella fatta di cortili, di calce bianca, di focolare, di scala a collo d’oca, di lapillo, di lavatoio di pietra, di palmenti, grandi e piccoli, di piante antiche, di animali domestici e edicole votive. Sotto gli alberi di limoni ci sono le casette colorate delle api. Salvatore le definisce animali sociali di cui l’uomo non deve temere. Lui, che conosce le loro abitudini, si avvicina tranquillo senza alcuna protezione e senza usare fumi perché stresserebbero le api facendole sentire in pericolo. Salvatore alleva le api da quando avevo 10 anni, da quando con la sua maestra, andò a visitare l’allevamento di api di un azienda agricola. Ne rimase affascinato e, quando con la mamma Sisina trovò uno sciame e l’Ape Regina nel giardino di un vicino, iniziò l’allevamento.
Le api lo hanno accompagnato durante l’adolescenza e “sostenuto”, grazie al prezioso nettare che ne ricavava, quando, con grande sacrificio ha intrapreso gli studi in medicina, per diventare pediatra…. un ottimo pediatra!! Chiaramente, le api di Salvatore vivono senza stress perché non hanno “obiettivi di servizio” da raggiungere. Salvatore asseconda i tempi della natura e loro in cambio sono mansuete e docili. Lavorano tra gli orti del Cierco, lasciandosi guidare dal sole, per approvvigionare l'alveare di nettare, melata, polline, propoli e acqua. Silenziosamente, da anni, monitorano la qualità dell’aria e dell’acqua di questa contrada. Ed è veramente rassicurante apprendere che negli anni non si sono mai verificati fenomeni di morti improvvise, se non a causa di invasioni di alcuni animali indesiderati come tarme o formiche. La nostra aria e a l’acqua sono di buona qualità e le api, lavoratrici instancabili, contribuiscono a conservare e valorizzare la nostra vegetazione attraverso l’impollinazione. Cresciuti con il profondo rispetto per la terra, alla quale si dedicano con sacrificio e passione, seguendo gli insegnamenti dei propri genitori, Salvatore e Giosuè sono preziosi perché eredi di una profonda e autentica conoscenza della nostra terra e delle sue infinite potenzialità. Sono la testimonianza di un equilibrio sostenibile tra l’uomo e la natura e un esempio per noi ischitani che facciamo ancora fatica a comprendere quanto gratificante può essere avere cura del creato che ci ospita!

 

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